A new beginning.

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  1. MrsMonteith.
     
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    Sono passati otto mesi da quando sono morta. Assurdo dire una cosa del genere, vero? Ero sicura di essere morta, di aver esalato il mio ultimo respiro. Ma dopo il buio vidi in lontananza una luce risplendere. Le mie braccia si protesero verso di essa, e mi risvegliai in una stanza dalle pareti bianche legata ad un letto. Delle persone -non so chi- mi hanno tenuta prigioniera in quella stanza per otto mesi, ma finalmente sono riuscita ad evadere. Qualcuno mi aiutata in un modo o in un altro, ma non ho idea di chi si tratti. Ora sono libera, e so quale sarà la prima cosa che farò. Ho spedito a Peter una lettera anonima dove gli ho chiesto di incontrarci a Central Park, più o meno tra cinque minuti su questo ponticello.
    Otto mesi...
    Mi sembra impossibile essere riuscita a sopravvivere ad una simile tortura. Ho provato a porre fine alla mia vita, tante volte. Ma proprio non riuscivo a morire. Ero forte proprio quando invece ero più debole. Peter, Peter, Peter. Devo vederlo, perché sento davvero che la mia vita non sia degna di essere vissuta senza di lui.
    Tamburello con le dita sulla ringhiera di cemento e ripenso ai momenti passati insieme a lui, ma soprattutto alla sua mano che stringeva la mia. Un brivido mi percorre la schiena e sono costretta ad abbracciarmi da sola per far passare quel momento di smarrimento. Green Goblin... Tutto a causa sua.
    Mi volto per guardarmi attorno e... Peter. I miei occhi si sbarrano, il cuore mi esce fuori dal petto e le mie mani cominciano a tremare.
    E' cresciuto. I capelli più lunghi, l'espressione più matura. E' sempre bello, il più bello. Il mio Peter. Ma sono passati otto mesi, e forse lui ha deciso di andare avanti. Magari con un'altra ragazza. Ho paura di scoprirlo, ma devo farlo.
    Chissà quale sarà la sua reazione. Mi crederà? In effetti in un primo momento io stessa ho pensato di essere un clone della vera me. Eppure, posso assicurarvi che sono proprio io, in carne ed ossa.
    I sentimenti di Peter nei miei confronti saranno immutati o no? Ho desiderato ogni secondo di ogni minuto di ogni ora di ogni giorni di ogni settimana di ogni mese per quasi un anno di rivederlo, ma adesso ho paura.
     
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  2. S p i d e y .
     
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    Otto lunghi mesi sono trascorsi da quando il mio cuore ha smesso di battere. Quando ho perso non solo una parte di me, ma la mia vita. Sono trascorsi otto lunghi mesi da quando Gwen se n'è andata per sempre. Non scorderò mai le sue braccia protese verso di me, il suo corpo inerte cinto dalle mie braccia. Il funerale è stata la cosa più brutta, dovevo dire qualche parola per poi scoprire che qualche parola non sarebbe bastata a descriverla. Era la cosa più bella che il mondo potesse possedere e adesso non c'è più. Vado a trovare la sua tomba due o tre volte alla settimana levando i fiori secchi e mettendone di nuovi. E poi rimango lì, davanti alla tomba ad osservarla e a piangere ogni volta.
    Mi manca. Mi manca da morire. Mi manca il modo in cui con uno sguardo capivamo cosa volevamo dirci. Mi manca il modo in cui le nostre dita si intrecciano. Mi mancano le sue labbra sulle mie. Mi mancano i suoi caldi abbracci capaci di riscaldarti anche nel freddo più pungente. Mi manca lei. Perché era ossigeno, era vita.
    I primi mesi non uscivo di casa se non per andare a scuola e vedere il suo banco vuoto mi faceva sentire uno schifo. Non mangiavo, non bevevo. Ancora è così, ogni tanto la sua immagine si ripresenta e io non ho più appetito. Non ho più voglia di vivere. Dicono che è facile, invece non è così. Sono passati otto mesi e mi sento come se tutto fosse accaduto ieri. Ogni tanto le parlo.. le dico come va la mia vita e spero sempre in una risposta che non arriva.
    Per cinque mesi Spider-Man era sparito. Non avevo il coraggio di indossare la tuta che indossavo mentre tenevo lei stretta.
    Zia May dice che bisogna andare avanti, perché Gwen avrebbe voluto che io andassi avanti. Ci ho provato, con risultati non del tutto ottimali. Ho ripreso a studiare e sono di nuovo al vertice della piramide delle persone più intelligenti del college. Sono ritornato anche nei panni di Spider-Man, perché a quanto pare do speranza alla gente. E so benissimo cosa vuol dire avere bisogno di speranza.
    Ho conosciuto una ragazza, Felicia. Sono assolutamente sicuro che le piaccio, ma lei non piace a me. È carina, ma non mi attrae come mi attraeva Gwen. Siamo usciti più volte, ma non ho avuto quella scintilla che avevo con Gwen.
    Gwen. Quanto mi manchi.
    Accarezzo la sua lapide, le mando un bacio e mi avvio verso l'uscita del cimitero. Guardo l'orologio e.. sono in ritardo.
    Qualche giorno fa mi è arrivata una lettera. Una busta fine, compatta. L'ho guardata controluce e non aveva niente di strano. C'era scritto che dovevo presentarmi urgentemente a Central Park con la data di oggi e l'ora che segna esattamente il mio orologio.
    Nel giro di qualche minuto entro a Central Park e respiro l'aria fresca generata dalle piante. Mi porto le mani al viso che pizzicano al contatto con i piccoli centimetri di barba che ho lasciato. Mi stiracchio, tiro fuori la lettera e vado in cerca del Central Bridge, il ponte in cui dovevo essere.. due minuti fa. Alzo il passo e in qualche secondo mi ritrovo su un ponte.. uno de mille. Una ragazza con un enorme capello e un paio di occhiali è affacciata.
    Mi avvicino e le tuzzo una spalla.
    Mi scusi. È forse questo il Central Brid-...
    Non finisco la frase perché quando la ragazza si gira e si leva gli occhiali il mio cuore smette di battere. I miei occhi e la mia bocca si spalancano dalla sorpresa e dallo spavento. La lettera mi cade dalla mano e si adagia per terra.
    Quegli occhi verdi.
    Quei capelli biondi.
    Gwen.
     
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  3. MrsMonteith.
     
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    Mi si avvicina e mi tocca una spalla. Quella lieve pressione del suo dito sul mio corpo riesce a rimettere in moto la circolazione che è rimasta bloccata per otto lunghi mesi. Inizialmente non mi riconosce a causa dell'ampio cappello e dagli occhiali da sole che indosso. Ma poi mi sfilo quest'ultimi e vedo la sua espressione mutare in terrore, in sorpresa.
    Mi ha riconosciuta.
    Rimaniamo per qualche secondo, forse anche di più a fissarci negli occhi. Nessuno dei due crede in quello che si ritrova davanti. Peter Parker, il mio Peter Parker si trova davvero dinnanzi a me? Alzo un dito e lo protendo verso di lui, ma poi lo ritiro. Ho paura. E se non fosse vero? E se fosse solo un sogno e poi mi risvegliassi in quello stesso letto circondato da mura bianche? Mi è capitato tante di quelle volte...
    Ma lui è reale, il suo tocco me l'ha dimostrato. Nonostante tutto non riesco a piangere. Ho pianto tanto in questi otto mesi; tutti i giorni. Ore e ore a piangere e a pensare a lui. Ma in questo momento sono così pietrificata dalla paura, dalla gioia, dall'emozione da non riuscire a versare nemmeno una lacrima.
    Peter...
    Sussurro il suo nome e tutto mi sembra un sogno, e tutto mi sembra come una volta. Forse dovrei aspettare, forse dovrei mantenere un comportamento distante, visto che non ci vediamo da otto mesi, visto che neppure allora avevamo ancora chiarito. Ma mi dimentico di tutte queste ragioni che nella mia mente sono prive di senso e porto le mie braccia dietro alla sua schiena e lo stringo forte a me, la mia guancia premuta contro sua. Gli occhiali cadono a terra, il cappello danza nel vento.
    Ora che sono stretta a lui è come se quegli otto mesi non ci fossero mai stati, come se io fossi ancora la sua Gwen e lui il mio Peter. Perché è così, vero?
    Sono qui, Peter...
    Sussurro ancora, gli occhi strizzati, il suo cuore che batte contro il mio. In due secondi mi passano davanti agli occhi tutti gli istanti trascorsi insieme. Lo amo ancora, non ho mai smesso di amarlo.
    ...e tu sei qui.
    La mia mano si alza e si poggia sulla sua testa, accarezzandogli i capelli.
    Ti prego Peter, non staccarti da questo abbraccio. Entrambi abbiamo atteso per otto mesi un momento che ritenevamo impossibile arrivare. Ma invece eccoci qui. Io e te, l'uno di fronte all'altra, spaventati dalla situazione in cui ci troviamo.
     
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  4. S p i d e y .
     
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    Sto cercando di muovere anche solo un muscolo ma non ci riesco, sono completamente pietrificato. Non può essere lei, è impossibile. Gwen è morta otto mesi fa, io l'ho vista. Era avvolta nelle mie braccia quando il suo cuore ha cessato di battere. Chi è dunque questa donna? Deve essere un inganno. Sì, è così. Forse è Camaleonte, un mio nemico che ha la capacità di cambiare identità con le maschere che crea lui stesso.
    Mi rendo conto che non è lui quando comincio a sentire dentro di me l'uragano di emozioni che scatena il suo sguardo, un uragano di emozioni che solo Gwen riusciva a provocarmi. Riusciva o Riesce? Viva o Morta? Cerco di non perdermi nel mio riflesso dei suoi occhi e cerco di scavare dentro il suo cuore. Io e Gwen riusciamo sempre a leggerci dentro con uno sguardo... è spaventata, come me.
    Pronuncia il mio nome e il mio cuore emette un unico, grande battito. Lo stesso battito quando avevamo litigato alla fiera e si era presentata davanti a me. Il battito che dona la vita.. Sì, perché con Gwen sono morto anche io e adesso sembra tutto così vero.. da sembrare vivo.
    Continuo a non muovermi perché non ci riesco. Dentro di me balenano mille emozioni: tristezza, paura, confusione, felicità, rabbia, amore.
    Quando mi abbraccia il mio è un sospiro sofferente, perché capisco che lei è viva. Gli occhi cominciano a pizzicarmi e sento che le lacrime minacciano di uscire, già una mi ha rigato la guancia quando ha pronunciato il mio nome. Per qualche secondo non ricambio il suo abbraccio perché sono troppo occupato a fissarmi intorno. Il tempo sembra aver ripreso il suo ritmo, la città è tornata a vivere, il sole a risplendere. Improvvisamente è primavera: i fiori sbucano dal terreno colorando la vita. I ciliegi sono rosei. Gli uccellini tornano a cinguettare.
    Tutto è vivo.
    Gwen è viva.
    Alzo le braccia e vedo che sto tremando dalla paura. Esito una prima volta, poi una seconda e una terza. E se stessi sognando? I sogni sanno essere molto reali.. ma questo non è un sogno. Lo so perché adesso la sto abbracciando e lei è qui. Il mio cuore martella contro la gabbia toracica. Comincio a piangere quando sento che anche il suo cuore batte.
    Cerco di pronunciare il suo nome, perché i singhiozzi mi impediscono di parlare.
    Le mie braccia la stringono forte.
    Gwen è viva.
    Io sono vivo.
    Non è la fine, è solo un nuovo inizio.
     
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  5. MrsMonteith.
     
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    Lui mi stringe e finalmente la foto in bianco e nero si colora dei colori più accesi e splendenti al mondo. Perché io so che ci sono persone che dicono che queste cose non esistono, e che ci sono persone che quando compiono diciassette anni dimenticano com'è averne sedici; so che un giorno queste diventeranno delle storie e le immagini diventeranno vecchie fotografie, e noi diventeremo il padre o la madre di qualcuno, ma qui, adesso, questo momento non è una storia, questo sta succedendo, io sono qui, e sto stringendo lui… ed è bellissimo. Ora lo vedo: il momento in cui sai di non essere una storia triste, sei vivo -ora posso dirlo davvero-, e ti alzi in piedi, e vedi la luce dei palazzi, e tutto quello che ti fa stare a bocca aperta. E senti il tuo cuore battere, tra le braccia della persone a cui vuoi più bene al mondo, che ami con tutto il tuo cuore, e in questo momento ripenso a quelle parole che mi dicesti quella notte mentre eravamo a letto. Ci credo, noi siamo questo. Te lo giuro, noi siamo Infinito.
    La mia testa si ritrae e le mie labbra esitano qualche istante dinnanzi alle sue. Sono vicine, si sfiorano, si cercano, si bramano, ma io mi ritraggo e respiro profondamente, portando un dito sotto al mio occhio e asciugandomi una goccia di lacrima non ancora scivolata via. Lui sta piangendo, ma non so se dalla gioia, dalla rabbia o dalla tristezza.
    Abbasso lo sguardo per qualche istante, poi lo punto sui suoi occhi e non lo sposto più.
    Mi sei mancato Peter...
    Ogni frase che ho intenzione di rivolgergli finisce con il suo nome. Pronunciarlo rende tutto più reale. Siamo qui, lui che fino a un minuto fa mi credeva morta e ora mi trova dinnanzi a lui, che lo abbraccio e per poco non lo bacio. Vedo il suo cervello lavorare e far fuoriuscire del fumo.
    Cosa hai fatto in questi otto mesi... Peter?
    Ogni parola mi sembra più stupida di quella precedente. Nessuna sembra essere quella giusta. Sorrido, e questa volta nemmeno fingendo più di tanto. Sono felice di rividerlo, felicissima. Ma sono triste per il passaggio che c'è stato dall'ultima volta che ci siamo visti a oggi.
    Avrei così tante cose da chiedergli, così tante cose che dovremmo chiarire.
    In questi otto mesi io non sono andata avanti. Sono rimasta ferma in quel punto, e lo sono tutt'ora. Tu, Peter... Il tuo cuore appartiene ancora a me o hai deciso di andare avanti?
     
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  6. S p i d e y .
     
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    È bello scoprire che la realtà intorno a me, che per otto lunghi mesi non era altro che buio e nient'altro, è ancora composta da musica e colori. Riesco a percepire il pulsare della vita che c'è intorno a me. Percepisco vita nella foglia di un albero, nello scorrere di un ruscello.. percepisco vita nella ragazza che sto abbracciando forte. Non sto dosando la mia forza ma non m'importa, per quanto mi riguarda questo potrebbe essere anche un sogno e se lo è voglio assaporarlo fino all'ultimo secondo. Ma il dolore che mi provoca la sua stretta, il battito del suo cuore che sento su di me e il suo profumo mi confermano che non sto dormendo e che tutto questo è vero.
    Ma la tempesta di emozioni dentro di me mi lascia perplesso. Piango perché sono triste, perché sono felice o perché sono arrabbiato? Credo che queste tre emozioni abbiano pari poteri su di me.
    Le sue labbra sfiorano le mie che stanno tremando per la troppa vicinanza.
    Si stacca dal mio petto e mi dice che le sono mancato. Vorrei dirle che anche lei mi è mancata, ma è vero? Si che è vero. Ogni secondo della mia vita, da quando è morta fino a qualche secondo fa, ho sofferto la sua mancanza.
    Cosa ho fatto io in questi otto mesi? Rivedo me davanti la sua lapide in tutte le quattro stagioni, col freddo, col caldo, con la neve e con la pioggia. Rivedo me stesso essere in pessime condizioni: pallido, due grosse occhiaie, barba. E poi rivedo un me che dopo qualche mese ha cercato invano di andare avanti.
    E poi succede quello che sospettavo succedesse. Una sola emozione prende il sopravvento: rabbia. Mi asciugo le lacrime con il dorso della mano.
    Otto mesi. Otto mesi a pensare che tu..
    Devo fare una pausa e prendere fiato, non sto urlando ma il mio sussurro c'è l'accento della collera.
    ..che tu fossi morta. Sai cosa ti ho chiesto il giorno del tuo funerale? Ti ho chiesto di non essere morta. E adesso ricompari e mi chiedi cosa ho fatto in questi otto mesi?
    Sto per urlare quindi le do le spalle per qualche secondo. Lei è qui adesso, quindi faccio affidamento a tutta la mia forza per placare la mia rabbia.
    Sai benissimo cosa ho fatto. Ogni giorno per otto mesi sono stato in lutto, a piangere sulla tua tomba e a parlare con te senza mai ricevere risposta. Sei tu che devi dirmi cosa hai fatto in questi mesi, Gwen.
    Quando pronuncio il suo nome uno spasmo colpisce un angolo della mia bocca che si alza e si riabbassa quasi subito. Dopo otto mesi, stavo per sorridere. Sono arrabbiato con lei, ovvio. Ma sono immensamente felice -quanto sconvolto- e sto cercando in tutti i modi di non saltarle addosso e posare le mie labbra sulle sue definitivamente.
     
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  7. MrsMonteith.
     
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    Nulla in questo momento può ferirmi. Si asciuga le lacrime e da voce ai suoi pensieri. E' arrabbiato, furioso, e fa bene ad esserlo. Quanto deve aver sofferto a causa mia... Sono passati otto mesi, ma i suoi occhi dimostrano come minimo dieci anni in più di vecchiaia. Il suo sussurro accentuato dalla collera non mi scalfisce nemmeno un po'. Potrebbe anche cominciare a prendermi a bastonate ed io sarei comunque felice. Basta che sia lui il soggetto della principale e a me va bene.
    Il mio funerale.
    Mi immagino Peter e i miei famigliari al mio funerale, vestiti di nero e con gli occhi gonfi dal pianto. Il mio sorriso scompare e per un secondo mi sento sprofondare. Non posso tornare a casa. Loro non capirebbero... Penserebbero che sono un clone o una sosia o che so io. Con Peter invece è diverso. Capirebbe se sono la vera Gwen anche a chilometri di distanza. Poi mi immagino Peter davanti alla mia lapide che piange, steso sul letto fissando il soffitto.
    A parlare con me.
    Sono gelosa di me stessa, della Gwen morta. Chissà quante dolci parole le ha rivolto.
    Cosa ho fatto in questi mesi? Qui la situazione si complica.
    Dopo che sono... Bèh, morta, mi sono risvegliata in una stanza completamente bianca legata ad un letto.
    Socchiudo gli occhi e torno con la mente a quel momento, alla paura che provai, alle volte che cercai di fuggire senza mai riuscirci.
    Hanno tentato di fare esperimenti su di me, credo. O una cosa del genere insomma. Cinque giorni fa sono riuscita a scappare...
    Non vado oltre. Non gli parlo della disperazione che ho provato in tutti questi mesi, dei lividi e delle cicatrici che mi sono rimasti e che molto probabilmente mi rimarranno, del dolore fisico e mentale che mi hanno inflitto. Ma adesso non voglio parlare di me.
    Allungo una mano e poggio i miei polpastrelli sui suoi e mi lascio sfuggire un altro sorriso. Riesco finalmente a sentire il calore di cui venni privata quel giorno. Peter è vita, ed io sono tornata a vivere soltanto adesso, con lui.
    Mi dispiace così tanto... Ho provato in tutti i modi possibili a scap...
    Ma mi blocco. Non voglio parlare della mia permanenza in quella stanza, ma di quello che ho provato in questi mesi.
    Non ho mai spesso di pensare a te, a noi...
    L'ultima parte della frase la riduco ad un sussurro, e la mia mano libera prende una ciocca dei miei capelli e la sistema dietro ad un orecchio, mentre l'altra scivola tra le sue dita, incrociandosi a quelle di Peter.
    Un abbraccio, le mani incrociate...
    Ma non dovrei farmi illusioni. Chissà quante cose sono cambiate, quanto siamo cambiati noi, quante persone nuove ha conosciuto. Mentre io sono rimasta chiusa in quella stanza, lui è andato all'università ed è andato avanti.
    Università...
    Non so cosa collegare a questa parola, per cui penso ad altro.
    Hai fatto nuove conoscenze?
    E' ovvio cosa intendo. Voglio sapere se ha conociuto, baciato o fatto l'amore con altre ragazze, se si è rinnamorato. Non ho alcun diritto di fargli questa domanda, ma l'amore rende egoisti.
    Lo guardo e non posso fare a meno di sorridergli.
    Ti sei fatto crescere la barba...
    Gli sta d'incanto, è bellissimo. Come lo sarebbe se indossasse una busta dell'immondizia. Nulla rende meno perfetta la perfezione, e Peter, per me, è la perfezione.
     
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  8. S p i d e y .
     
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    Lei mi sta ad ascoltare senza scomporsi nemmeno un po'. La Gwen di prima avrebbe risposto urlando a sua volta, invece la ragazza che ho davanti non si scompone. Sa che ho ragione io, sa che ha ragione lei. E poi vedo il modo in cui il sorriso scompare dal suo viso mentre la sua mente viaggia tra le immagini di qualcosa di terribile. Penso che stia pensando al suo funerale.
    Quando io le domando che fine avesse fatto lei, non esita nemmeno per un secondo a rispondermi. Immagino Gwen legata su un letto, dentro una stanza tutta bianca. Il suo corpo pallido e sciupo cerca di liberarsi ma non ci riesce. Immaginare ciò mi fa male, perché anche solo vederla con un graffio mi fa male. Queste immagini mi uccidono.
    Quando dice che hanno provato a fare degli esperimenti su di lei sento qualcosa ribollirmi dentro. La stessa cosa che mi ha costretto ad uccidere il Green Goblin: vendetta.
    Nessuno può toccare Gwen, nessuno può toccare la mia Gwen.
    Adesso guardo Gwen non più come una fragile ragazza, ma come una donna matura. Nei suoi occhi ripesco a leggere la sofferenza che l'hanno fatta maturare.
    La tua famiglia? La tua famiglia lo sa?
    Il suo silenzio mi fa capire che non lo sa nessuno.. lo so solo io. Invece di andare dai suoi parenti, dalla sua famiglia lei è venuta da me.
    Sto per dirle che dovrebbe dirlo ai suoi genitori, di dirmi dove si trovava ma percepisco la sua stanchezza e decido di non parlarne.
    La barba. Ha notato la barba. Porto una mano su di essa e la strofino. Annuisco.
    La pressione dei suoi polpastrelli aveva precedentemente annullato la forza di gravità intorno a me. La sua mano cerca la mia, le sue dita si incrociano con le mie.
    Altro sospiro tremante, altra lacrima. La nostra relazione era -È- basata sui piccoli gesti: anche il solo tenersi per mano per noi rappresentava molto.
    Dopo otto mesi, è il motivo della mia instabilità e della mia sofferenza a tenermi stabile.
    Mi fa quella domanda e io non so cosa rispondere. Si? No? Non lo so? Conosco Felicia da pochissimo tempo e non sono andato molto oltre il saluto.
    Si.
    Non so perché rispondo così. Abbasso la testa ma la rialzo subito perché i miei occhi cercano i suoi e una volta agganciati i nostri sguardi mi è difficile staccarli. Stringo si più la presa della sua mano, ho ancora bisogno di sapere che lei c'è. Sono felice, arrabbiato, ma felice. La donna che amo è tornata da me. Ma sono pronto a riaverla con me? Ci sono così tante cose devo dirti, Gwen.
     
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  9. MrsMonteith.
     
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    Mi domanda della mia famiglia ed io mi sento persa. Quanto vorrei rivederli... Però, anche se brutto dirla, la verità è una; sono state poche le volte in cui in questi ultimi otto mesi ho pianto per loro. Avrei dato qualsiasi cosa pur di rivedere Peter. Rimango dunque in silenzio, e lui avendo capito i miei attuali sentimenti decide di non insistere.
    Quanto lo amo...
    Ma poi mi risponde con un 'Sì' soltanto a quella domanda, ed io so che intendiamo entrambi la stessa cosa; una ragazza.
    Se non ha aggiunto altro forse significa che la loro è una relazione seria. Ho perso il treno. Sto quindi per far scivolare la mia mano dalla sua quando lui stringe la presa, ed io sento cuore e corpo sciogliersi. Non mi azzardo ad allentare la mia stretta, anzi, ricambio con altrettanta forza e decisione.
    Silenzio, nessuno parla. Tra noi c'è dell'imbarazzo, adesso. Forse otto mesi sono tanti, troppi perché noi possiamo sperare di riprovarci.
    Ti va di fare una passeggiata?
    Domando, e dopo qualche secondo cominciamo a passeggiare mano nella mano, per Central Park, come una vera coppia. Il cuore mi batte contro la gabbia toracica e mi sento arrossire. Così come sono morta davanti a lui, ora sono rinata. Avvicino di qualche centimetro la mia spalla alla sua per farle sfiorare. Voglio stare il più vicina possibile a lui. A volte giro la testa per guardarlo negli occhi, altre verso il terreno. Porto la mia mano libera sul mio naso e lo strofino, tirando su con questo. È lla stagione dell'influenza. Sono costretta a mordermi il labbro per reprimere l'impulso di premere le mie labbra contro le sue. E Dio, quanto vorrei farlo..
    Possiamo rivederci, Peter?
    Se lui fosse davvero fidanzato la mia presenza qui rappresenterebbe una minaccia per loro.
    Loro... Prima c'era un noi.
    Magari non vuole, non può più vedermi. Io non potrei biasimarlo. Otto mesi sono tanti.
    Nonostante questa possibilità, la mia mano libera si muove verso di lui, serrandosi sul suo braccio.
    Se ti do fastidio fermami.
    Sussurro, ma mentre pronuncio quelle parole la paura comincia a farsi strada dentro di me. E se mi allontanasse? Se mi dicesse che ormai i suoi sentimenti verso di me sono mutati? Bèh, ne morirei, e forse questa volta per davvero.
     
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  10. S p i d e y .
     
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    Dopo tanto tempo le nostre mani si sono incontrate di nuovo e si sono abbracciate come ci siamo abbracciati noi prima. La sua mano è più piccola rispetto alla mia, ma riesco a sentire la sua forza quando stringe di più la presa. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo senza dire niente, mentre intorno a noi aleggia un'aria imbarazzante. Non provavo questa emozione, l'imbarazzo, da molto tempo ormai. Solo Gwen riesce a farmi sentire imbarazzato.
    Amo il modo in cui il suo naso si arrossa e il modo in cui se lo gratta. È la stagione delle allergie, la stagione in cui Gwen è più adorabile del solito. Otto mesi fa, quando stavamo insieme, le davo un bacio sul naso arrossato e le dicevo che sarebbe passato tutto. Vorrei farlo anche adesso, ma devo trattenere questo impulso.
    Quando rispondo alla sua domanda riesco a vedere il leggero mutamento della sua espressione facciale. È un po' delusa, avrebbe voluto sentire un'altra risposta. Vorrei dirle di non preoccuparsi, che io e Felicia siamo solo amici. Lei ha provato più volte di fare cose che gli amici non fanno, tipo infilarmi una mano nei pantaloni al cinema o succhiarmi il lobo dell'orecchio, ma io l'ho sempre fermata. Ho promesso una cosa a Gwen, e io mantengo le promesse.
    Annuisco quando mi chiede di passeggiare. Continuiamo a camminare mano nella mano come una coppia. Ma lo siamo?
    Mi chiede se possiamo rivederci e mi si spezza il cuore. Mi fermo e rivedo nella mia mente la diapositiva di quando urlai alla tuta di Spider-Man che era tutta colpa sua se era morta. I segreti hanno un costo, il mio è perdere le persone che amo. L'ho persa una volta e non voglio perderla una seconda.
    Gwen io..
    Perché mi blocco così? Perché non riesco a dire ciò che penso? Sospiro. Devo farlo.
    Ti ho già perso una volta. Adesso, che questo sia un sogno o realtà, non voglio perderti di nuovo. È colpa mia se.. se otto mesi fa..
    Sento pizzicarmi gli occhi. Non ce la faccio, ho bisogno di qualcosa che mi dia stabilità. Così quasi involontariamente faccio un passo verso di lei e le mie braccia si chiudono intorno a lei. Sembro un debole, e forse lo sono. Ma lei mi è mancata troppo e adesso non voglio altro che sentirla vicino a me.
     
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  11. MrsMonteith.
     
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    Noto un mutamento nella sua espressione quando gli domando se possiamo rivederci. Mi sembra di tornare a quella sera, su quella panchina. A litigare e subito dopo a far la pace biaciandoci. Vedo i suoi occhi inumidirsi, il labbro tremargli un po'. Le sue braccia si chiudono attorno a me ed io mi sento impazzire. Non te la darò vinta Peter. No.
    Non posso tornare dalla mia famiglia, non posso andare a scuola. Posso solo stare con lui, c'è solo lui con me. Adesso più che mai ho bisogno di lui.
    Sono stata io ad avvicinarmi a quella zona. La colpa è solo mia. Tu non c'entri nulla.
    Lo stringo forte a me, le mie mani si chiudono tenendo stretta la sua felpa. Sto toccando il cielo con un dito, e non ho alcuna intenzione di tornare sulla terra. Non voglio andare in paradiso se tu vai in inferno.
    Se sono viva è perché ho lottato per tornare da te.
    Il mio volto si alza e le mie labbra si poggiano sulla sua fronte, quasi in un gesto materno. Lui è il mio Peter, il mio 'cucciolo', il mio fidanzato. No, quello non più. Mi torna in mente il nostro ultimo litigio e abbasso il volto, ritrovandomi davanti agli occhi i suoi.
    Mi odi ancora per la questione di Oxford?
    Non so perché glielo chiedo. In questi mesi è molto probabile che lui abbia avuto altre cose di cui preoccuparsi. Ma una parte di me continua a voler fingere che non ci sia stata alcuna distanza, alcuna morte. Lo guardo negli occhi e ne vengo ipnotizzata. Non riesco a staccare gli occhi da lui. Siamo ancora Peter e Gwen, l'uno bisognoso dell'altra, così innamorati da essere spaventati dai nostri stessi sentimenti. Io sono già 'morta' una volta, e non temo piùalcuna fine, se non quella di noi. Prima c'era l'università ad ostacolare la nostra relazione, ma ora che se n'è andata anche questa riesco a immaginare un vero futuro felice insieme al mio amato Peter. Ma lui vuole questo? Le mie labbra stanno per poggiarsi sulle sue quando sono costretta ad allontanare il mio volto dal suo a causa di uno starnuto. Una mia mano si stacca dalla sua schiena e si fionda davanti alla mia bocca, rendendo l'azione di prima il più elegante possibile. Le sue mani però sono ancora poggiate dietro la mia schiena, e la cosa mi trasmette forza. Tiro su con il naso e riporto la mia mano dietro la sua schiena.
    Scusami...
    Emetto una debole risata imbarazzata, ma poi torno a fissarlo con uno sguardo quasi serio.
    Non ci credo... Riesco a toccarti, a vederti, a sentire il tuo profumo...
    I miracoli esistono. Lui, noi ne siamo la prova. Sollevo una mano e la poggio sul suo petto, sentendo il battito del suo cuore accelerato. Con l'altra mano gli prendo la sua e gliela faccio poggiare sul mio. Deve sapere che effetto ha su di me la sua presenza. Ripoggio la mia mano dietro la sua schiena, avvicinando il mio busto al suo.
    Ogni istante che trascorriamo insieme è una promessa che si rinnova.
     
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  12. S p i d e y .
     
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    Mentre affondo il mio volto rigato dalle lacrime sulla sua spalla sento il suo profumo. Il mio cervello ringrazia, perché entrambi desideravamo sentire il suo profumo. Sa di ragazza acqua-e-sapone, un profumo comune ma non per lei. Lei ha.. qualcosa di più. Gwen ha sempre qualcosa in più rispetto agli altri. Mi dice che è stata colpa sua, ma so che non è così.
    Non sono riuscito ad afferrarti in tempo..
    Le lacrime non smettono di uscire, comincio a vedere tutto un po' sfocato. Tutto sfocato tranne lei. Riesco a vederla con chiarezza e ancora non riesco a credere che sia reale. Il mio cervello sa che tutto questo in realtà è reale, ed è il cuore ad essere in contrasto con esso. Il suo bacio sulla fronte è così pieno d'amore che mi sento nelle braccia nella persona che amo di più al mondo, ed in effetti è così.
    Mi chiede se sono ancora arrabbiato per Oxford e io non so cosa rispondere. Per la millesima volta oggi, ricompaiono nella mia testa la scena di quella notte. Avevamo appena finito di fare l'amore e lei era strana, c'era qualcosa che non mi aveva detto. Non ho dormito tutta la notte e la mattina quando si è svegliata le ho tirato fuori le parole quasi con la forza. Quando me lo disse era come vedere la scena in terza persona; Peter Parker urlava contro una Gwen in lacrime, le lanciava le sue poesie e le aveva detto di andarsene dalla sua casa e dalla sua vita. Intanto il Peter Parker dentro di sé gli urlava disperato di smettere. Dopo qualche settimana Gwen era veramente sparita dalla mia vita e io mi sentivo un criminale. Un supereroe che combatte il crimine si sentiva un criminale. Scuoto la testa e le sorrido.
    No.. scusami..
    Poi la sua mano si posa sul mio petto. Sento la pressione di essa e il cuore che le martella contro come un pazzo. Poi la sua mano scivola sul mio braccio, afferra la mia mano e la posa sul suo cuore. Sono terrorizzato; ho paura di non sentire nulla e svegliarmi nel cuore della notte. Non sarebbe la prima volta che sogno Gwen, in quel caso. Ma poi sento qualcosa battere contro la mia mano una, due, tre volte. Un ritmo veloce e costante. Il sollievo del momento mi fa sospirare; uno di quei sospiri che fai quando hai sofferto tanto e poi tutto finisce tutto d'un tratto. Le lacrime, che precedentemente si erano fermate, riprendono a scendere. Una lacrima è costretta a curvare, perché mi ritrovo a sorridere.
    Questa è la conferma. Gwen è qui, davanti a me. Gwen non è morta, è viva. E io sono vivo. E il mondo è vivo.
    Ho sempre creduto che i miracoli si presentassero a coloro che si sono persi la strada della vita. Ricordo le parole che dissi a Gwen, lei era -no, è- il mio binario, la mia via, la mia vita. Io ero perso; vagavo nella selva oscura senza trovare la via d'uscita. Avevo toccato il fondo. Ero depresso. E adesso la ho qui davanti a me, il suo cuore palpita sotto la mia mano.
    Mi sento egoista, perché so che la metterò di nuovo in pericolo ma non m'importa. Dopo tutti questi mesi lei ha scelto me, e io ho sempre scelto lei. Davanti a me adesso non ho una ragazza, ma una donna forte e coraggiosa e io rispetterò ogni sua scelta.
    Così, incapace di controllare le mie emozioni, le accarezzo il volto e la bacio. Mi erano mancate le sue labbra. Le mie si premono sulle sue e io mi sento rinato. Sto baciando Gwen Stacy.
    Sto baciando la donna che amo.
    Gwen è viva.
     
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  13. MrsMonteith.
     
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    Le sue lacrime sulla mia spalla inumidiscono la mia giacca, ed io mi incupisco. Sono io la causa della sua tristezza. Se per otto mesi ha vissuto in questo modo, con questo vuoto nel petto, la colpa è mia, della mia finta morte. Il mio cuore batte furioso sotto la sua mano, ed io gli dedico ogni battito. Peter è il mio cuore. Le sue guance sono rigate dalle lacrime che percorrono il suo volto fino ad arrivare al mento e poi precipitare a terra. Le ultime però curvano a lato. Sta sorridendo. Mi sta sorridendo. Una sua mano mi accarezza il volto ed io seguo il movimento di questa con lo sguardo. Poi lui socchiude gli occhi e capisco cosa sta per fare. Ci siamo. Aspettavo questo momento da più di otto mesi, dal giorno stesso in cui litigammo. Le sue labbra premono contro le mie e vengo colpita da una scarica elettrica, o qualcosa del genere. Non riesco a sentire più il mio corpo. Non ho forza, e sono certa che sia Peter adesso a sostenermi. Le mie mani si poggiano sulle sue guance e intanto gli asciugano l'umido sulla pelle. Quasi non ricordo come si fa a baciare. Mi sento nervosa come la prima volta. La mia lingua entra lentamente all'interno della sua bocca per scontrarsi immediatamente contro la sua lingua, che stava appunto venendo a cercare la mia. Non ho mai perso la speranza, e adesso eccoci qui;io e lui, insieme, intrecciati in un abbraccio e collegati da un bacio.
    Mi stacco giusto un istante per pronunciare quelle parole che morivo dalla voglia di sussurrargli da quando ci siamo rivisti.
    Ti amo. Non ho mai smesso nemmeno per un istante.
    E adesso sono nuovamente collegata a lui. Sono piegata all'indietro, lui su di me, in mezzo alla strada con i passanti che ci osservano ed altri che fanno commenti che non riesco a capire. Non li sento. Non m'importa di nulla.
    La vita è meravigliosa, è unica e va vissuta al fianco della persona che si ama. Adesso lo so e ho intenzione di farlo.
    La schiena comincia a farmi male; sono piegata da circa un minuto e me la sento tutta indolenzita, ma ho paura che alzandomi le nostre labbra possano staccarsi, e non voglio che accada. In più qualche volta Peter preme con le mani lì dove ci sono le cicatrici e i segni degli esami più recenti che hanno fatto su di me. Per questo un paio di volte mi sfuggono dei gemiti di dolore, ma spero che lui pensi siano per la foga di quel bacio. E questa non è del tutto una bugia.
    Io e Peter siamo elettricità, siamo energia.
     
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  14. S p i d e y .
     
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    Ricordo ancora l'ultima volta che l'ho baciata. Il suo cuore non batteva sotto la mia mano, le sue labbra erano verdi e viola. Io ero in lacrime e pregavo che lei tornasse indietro. Adesso sono ancora in lacrime, le sue labbra sono calde, il suo cuore batte sotto la mia mano e prego che non se ne vada di nuovo.
    Mi sento strano, ogni piccola parte di me vibra. È come se fossi stato in un tunnel buio e oscuro per tutto questo tempo, e questo bacio è la luce in fondo. Una probabile via d'uscita. Una probabile via di salvezza. Sì, salvezza, perché per me Gwen rappresenta anche questo.
    Proprio quando la mia lingua va per cercare la sua, eccola che le sento scontrarsi ed intrecciarsi. Tanto tempo è passato dall'ultima volta che ho dato questo tipo di bacio. È come me lo ricordavo: rilassante, caldo ma anche umido. Ma questo bacio è diverso da soliti che ci diamo io e Gwen: qui ci sono otto mesi di sofferenza da parte di entrambi, otto mesi di agonia, otto mesi di freddo e gelo. E adesso siamo qui, di nuovo insieme, che ci riscaldiamo intenti entrambi a riportarci in vita. Le sue mani sul mio viso non fanno altro che ricordarmi che lei è viva e presente, il mio cuore non vuole proprio saperne di rallentare i battiti.
    Ti amo, Gwen. Sei tutta la mia vita.
    Quelle sue parole, queste mie parole mi riempiono il cuore. Era da tanto tempo che non le dicevo a qualcuno e tanto meno non me le sono mai sentito dire. Non ho paura a dirle che è la mia vita, perché è la verità. Con lei vivo, senza di lei muoio.
    Le mie braccia si cingono intorno a lei e la stringono forte, come se le mie braccia rappresentassero una specie di prigione. Al solo pensiero spalanco gli occhi. Lei sta gemendo perché ha sicuramente delle cicatrici da qualche parte e io le sto facendo male. Mi stacco da lei e dei fili di saliva collegano ancora le nostre bocche.
    Scusa.
    Poggio entrambe le mani sul suo viso, sorrido nel vedere che è ancora così piccolo che le mie mani sembrano afferrarlo quasi del tutto. Poggio la mia fronte sulla sua e continuo a ripetere la parola "scusa" sotto voce. Non m'importa della gente che ci fissa, perché non ci sto facendo caso. Adesso siamo solo io e Gwen.
    Solo io e Gwen, di nuovo.
     
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  15. MrsMonteith.
     
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    Sento campane suonare, bottiglie di champagne venire stappate, onde del mare. È tutto perfetto, adesso. Ricordo il momento dell'impatto. Sentii freddo. Freddo per tutto il corpo, e i primi giorni muoversi era complicato. I miei capelli incrostati di sangue. Della doccia se ne occupavano due donne di trent'anni circa che si concentravano maggiormente sulle mani. Non avrei mai pensaro che qualcun altro a di fuori di Peter potesse toccarmi il corpo nudo. Solo al pensiero rabbrividisco. Torno dunque al nostro bacio, ma dopo lui si stacca e si scusa con me. Ha capito che stavo soffrendo.
    È inquietantemente dolce vedere come comprende ogni azione del mio corpo. Lo amo. Sono così fortunata ad amarlo.
    Le sue mani calde mi sorreggono il viso, la sua fronte poggiata sulla mia.
    Basta pensare a quello che abbiamo perso... Oggi abbiamo entrambi riottenuto qualcosa.
    Gli occhi mi pizzicano dall'emozione. Sembra essere tutto tornato come allora. Lui mi vuole, il suo cuore batte ancora per me. Ciò significa che non c'è alcuna ragazza tra di noi. Quello che ci aspetta è un futuro sereno e sicuro, ne sono certa. Gli stampo un bacio sulle labbra e mi stacco a malincuore dalla sua stretta, prendendogli la mano e tirandolo in avanti.
    Non c'è più imbarazzo tra di noi.
    Coraggio! Abbiamo otto mesi da recuperare in poco tempo.
    Non so dove stiamo andando, ma so che lui è qui con me, e che quindi ogni cosa andrà bene.
    Sai... All'inizio pensavo che ti fossi fidanzato...
    La paura era tanta, e penso che se questa ragazza fosse esistita io non avrei potuto mettermi in mezzo. Tutto sembra per una volta andare per il verso giusto. Che qualcuno si azzardi ancora a dire che i miracoli non esistono.
     
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30 replies since 19/5/2014, 22:00   212 views
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