La fine?

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  1. S p i d e y .
     
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    Sono passati giorni, forse settimane, da quando ho chiuso con lei. Ricorderò quel giorno per sempre: avevamo discusso per colpa di Spider-Man e abbiamo chiarito facendo per la prima volta l'amore, ci siamo detti che ci amavamo, ci siamo immaginati insieme nel futuro e poche ore dopo lei mi ha detto che dovrà trasferirsi in Inghilterra per andare ad Oxford. Io le ho urlato contro, le ho lanciato le mie lettere amorose che scrissi alle medie e le ho detto di sparire dalla mia vita e così è stato. Chiudendo quella porta ha/abbiamo chiuso la nostra relazione. Quel giorno non sono andato a scuola. Sono rimasto sul letto senza lenzuola a piangere, perché sono un debole. Mi sono fatto sconfiggere anche dalla rabbia. Dovrei stare meglio, invece ogni giorno che passa fa stare peggio. Vederla a scuola mi fa stare male e mi ricorda quanto in realtà mi manchi lei, le sue carezze, i suoi abbracci, i suoi baci. Ma mi ricorda anche quanto lei mi abbia fatto male. Non mi piace pensarlo, ma credo che il mio stato attuale sia per colpa sua. Come sto? Beh, uno schifo. Non mangio, non studio. Torno a casa e mi butto sul letto a fissare il soffitto. È l'unica cosa che faccio, adesso. Mi sento solo e vuoto, e questo mi fa ricordare quanto Gwen riusciva a farmi sentire.. normale. Ora mi considero uno zombie che gira.
    La mia vita da supereroe non va meglio: Goblin è riapparso e ho dovuto affrontarlo più volte. Scontri in cui mi sono fatto male e non c'era Gwen a medicarmi.
    Scuoto la testa e cerco di allontanare questi pensieri. Sono fuori dalla metro e respiro l'aria di Brooklyn. È la prima volta che esco da quando Gwen.. no, basta Gwen.
    Il problema è che ho dovuto accompagnare zia May qui e adesso che sono da solo mi sento sprofondare perché è qui che è iniziato tutto. Il nostro inizio, il nostro svolgimento che ci ha portato alla nostra conclusione. Sono davanti alla panchina dove ci siamo baciati e sento che sto per cadere.
    Voglio emergere da questa situazione, invece non faccio altro che sprofondare.
     
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  2. MrsMonteith.
     
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    Sono passati giorni, forse settimane, da quando ho chiuso con lui. È da quando abbiamo litigato che non riesco più a sorridere. Dormo tanto, mangio poco e niente e non esco mai di casa se non per scuola. I miei capelli hanno perso la lucentezza che il sole gli donava. Lo studio mi aiuta a pensare ad altro, ma il dolore è sempre qui dentro di me. Non parliamo d'allora. Non ci rivolgiamo nemmeno uno sguardo. Mi aspettavo che lui si arrabbiasse, ma non così. Una volta uscita da casa sua pensavo che il giorno dopo avremmo chiarito, che le cose sarebbero tornate come prima per questi mesi che precedono la mia partenza. Ma così non è stato. Quando mi ha detto 'Sparisci dalla mia vita' parlava seriamente. Passo ore e ore a ricordare la notte in cui abbiamo fatto l'amore e cerco di stimolare il mio corpo per riessere avvolta da quel calore che lui riuscì a darmi, per risentirlo vicino a me. Ma ancora niente. Peter Parker è una porta chiusa adesso. Chiusa una porta, si apre un portone. Che sia Oxford il mio portone? O forse dovrei invertire i fattori?
    Cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia.
    La verità è che io ho bisogno di entrambe le cose. Quindi, o scelgo Peter, o scelgo Oxford, il mio animo non sarà comunque sereno.
    Mi ha lasciata ed io non riesco a capacitarmene, per cui ho preso una decisione. Forse me ne pentirò, ma stare vicina a Peter e sentirlo così lontano mi uccide dolorosamente.
    Sono a Brooklyn, su un taxi. Indosso un cappotto verde con i bordi bianchi, gonna viola e camicetta viola a pois neri.
    Ormai ho deciso. Non posso tornare indietro.
    Prendo il telefono e compongo il numero di Peter, lasciandogli un messaggio vocale.
    Ciao Peter...
    Deglutisco a fatica. Sono stata ore a pensare alle parole esatte da dirgli, ma ora non riesco a parlare.
    So che sono l'ultima persona con la quale vuoi parlare, ma ti prego di non riattaccare. Non voglio convincerti a tornare con me; accetto la tua decisione. Volevo solo dirti che...
    La gola mi fa male, le mie mani tremano. Devo dirglielo.
    Sto partendo Peter. Ho superato l'esame e ho chiesto se potevo arrivare prima per ambientarmi nel posto nuovo
    Una pausa di qualche secondo.
    Scusa per il disturbo. Volevo solo che tu lo sapessi da me. Adesso mi sto dirigendo verso l'aeroporto...
    Cerotto strappato, il cuore che piange.
    Ciao Peter.
    Attacco subito dopo e mi metto il cellulare nella tasca del cappotto.
    Questo è un addio, Peter Parker. La fine di noi.

    Edited by MrsMonteith. - 19/5/2014, 14:42
     
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  3. S p i d e y .
     
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    Sono ancora in piedi davanti alla panchina con le mani dentro le tasche della giacca. I miei occhi incontrano una cosa che avevo quasi dimenticato: una scritta. Nella mia mente rivedo Gwen tirare fuori dalla borsa un pennarello, lei che scrive le nostre iniziali con il simbolo dell'infinito e io che dico che in russo ragno si dice pauk. Gli angoli della mia bocca si piegano e mi ritrovo a sorridere alla panchina. Poco dopo ero li che piangevo con il peluche e lei era comparsa per baciarmi. Dopo abbiamo fatto l'amore ed era stato magnifico. E dopo, dopo è finito tutto. Il mio sorriso scompare lasciando il posto ad una smorfia. Di disgusto? Di dolore? Ancora non so come mi sento, sono arrabbiato e la pesantezza della sensazione di essere stato "tradito" si è ormai poggiata sulle mie spalle. Ma sto male, tanto male. Evitarla è difficile, la vedo tutti i giorni a scuola. Prima ancora che fossimo anche solo amici i nostri sguardi si incrociavano spesso per i corridoi i in aula, adesso non poso il mio sguardo sui suoi occhi verdi da quella che sembra un eternità.
    Decido di farmi del male e comincio a pensare a tutti i momenti belli passati con lei. Mi servirebbe una vita per vederli tutti. Mi accorgo solo ora di quanto in realtà noi due fossimo belli insieme. Siamo.. <i>eravamo/i> belli insieme.
    Qualcosa mi interrompe. Il mio cellulare vibra. Un messaggio mi avverte che ho un messaggio vocale in segreteria. Compongo il numero e ascolto la voce guida. Forse è zia May. Invece non lo è. La voce guida detta numero dopo numero il contatto di Gwen, quel numero che avrò composto mille volte al giorno. Mi era mancato sentire il mio nome pronunciato da lei.
    Sto ascoltando il messaggio quando la terra sotto i miei piedi trema. Mi volto verso l'esplosione e vedo tutta la gente scappare terrorizzata. Riesco a vedere una nuvola di fumo sopra i grattacieli. Guardo il cellulare e poi l'esplosione. Chi scelgo? Gwen o la vita di un centinaio di persone? È così difficile prendere una decisione. Ma so cosa fare. Chiudo il telefono e dopo due secondi mi ritrovo nella tuta rosso-blu di Spider-Man. Non ho finito di ascoltare il messaggio.. ma ho deciso che passerò da Gwen più tardi.
     
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  4. MrsMonteith.
     
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    I minuti passano e il mio cellulare non ha nulla da comunicarmi. Non mi arriva nessun messaggio, nessuna chiamata. Mi odia davvero. Poggio la testa sul finestrino e guardo fuori da esso; prima è tutto regolare, poi vedo fumo e sento grida. Il taxi si ferma improvvisamente e quasi vado a sbattere contro il sedile davanti. Bombe scoppiano qua e là, e tutte le macchine vengono abbandonate dai passeggeri, così come il tassista del taxi in cui mi trovo. Così decido di uscire a mia volta e corro dalla parte in cui tutti sono diretti. Ma poi sento qualcuno gridare due parole che mi riscaldano in un attimo.
    Spider-Man!
    Guardo in alto e lo vedo sfrecciare sopra la mia testa, tra un grattacielo ed un altro. Un sorriso, forse il primo da quando ci siamo lasciati spunta sul mio volto dalla gioia di rivederlo. Ma poi sento un altro suono che mi congela in altrettanta rapidità.
    Questa risata...
    Sposto gli occhi nel cielo guardando prima a destra poi a sinistra, e poi lo vedo.
    Green Goblin.
    Paura e rabbia si insinuano dentro di me e la mia memoria torna a poco più di un mese fa, quando catturò mio fratello, quando Peter mi rivelò la sua identità di Spider-Man. Le mie gambe cominciano a correre senza che io abbia dato loro l'ordine e per poco non vengo scaraventata via da un'altra zucca-bomba.
    Perderò sicuramente il mio volo.
    Ed ecco che Spider-Man e Green Goblin cominciato a scontrarsi accanitamente, velocemente, confusamente. Uomini e donne vengono caricati su dei 'camion' e vengono portani in salvo. Un uomo mi porge la mano per aiutarmi a salire, ma io mi volto e torno lì dove non mi è permesso andare. Non c'è nessuno qui, persino i poliziotti hanno abbandonato la zona. Ci siamo solo io, Spider-Man e Green Goblin. Non posso andarmene senza sapere cosa stia facendo Peter, come l'incontro stia procedendo. Schiva parecchie volte per un soffio i suoi colpi, ed io sento l'ansia divorarmi. Ma poi arriva un colpo forte. E' come se riuscissi a vedere l'espressione sofferente di Peter sotto la sua maschera da eroe.
    SPIDER-MAN!
    Non riesco a non gridare il suo 'nome'. Deve sapere che io sono lì con lui, a fare il tifo per lui. Sorrido, come sperando che lui possa guardarmi e trarne coraggio. Ma questo attira la persona sbagliata. Anche da lontano sento la risata agghiacciante di Green Goblin rieccheggiare nella mia testa e nella zona abbandonata. Sorride prima a Spider-Man, poi a me e poi ancora a Spider-Man. Poi si dirigge verso di me. I miei occhi si spalancano e le mie gambe cominciano a muoversi velocemente, ma dopo qualche metro sento un braccio duro e freddo afferrarmi per la vita, i miei piedi che si staccano da terra. Mi era successo spesso con Peter. Ma lui è Peter, e la cosa mi emozionava. E non è lui che mi tiene stretta, adesso. E non è con buone intenzioni che questo mi porta in alto, sempre più in alto. Il cuore mi batte all'impazzata, questa volta per una paura diversa, paura di dire addio a qualcos'altro. Potrei davvero morire così?
    No, Peter mi salverà. Lo fa sempre.
     
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  5. S p i d e y .
     
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    Avevo capito sin da subito che era lui. Il Green Goblin è tornato, dopo la sua ultima sconfitta. Questa volta però è più arrabbiato. La sua corazza dalle squame verde risplende sotto la luce del tramonto, la sua piattaforma volante lo fa volare velocemente a destra e a manca.
    Speravo con tutto me stesso di non essere più costretto a sentire la sua risata, eppure eccola qui. Ride di gusto, prova piacere nel scaraventare gente ovunque grazie alle sue bombe. Ma lui non vuole i cittadini, lui vuole me. Urla il mio nome, chiede di andare a salvare quella gente. Non gliela darei mai vinta, ma qui c'è in ballo la vita di migliaia di cittadini.
    Le mie ragnatele aderiscono da un grattacielo all'altro e mi fanno oscillare velocemente. Quando sono abbastanza vicino al Goblin decido oscillo di più e quando sono arrivato in alto mi do una spinta con le gambe e salto. Volteggio in aria proprio sopra la testa del Goblin.
    Hey, ma da quale discarica sei uscito?
    Il suo sguardo sorpreso si sposta verso di me. I suoi occhi gialli si posano sui miei e io riesco a percepire l'odio e la pazzia di quell'essere. Sorride e si lecca le labbra verdi mentre mi lancia una zucca-bomba. Il mio braccio punta verso di essa come la ragnatela che l'afferra. Volto su me stesso e riconsegno al Goblin la bomba.
    L'esplosione genera una grande nube verde. Non riesco a vedere il Goblin, ma riesco a sentire la sua risata. Mi sta dicendo che sono uno sciocco e che devo morire. Quando dice morire lo vedo sbucare dalla nube. L'impatto e doloroso, ma non ci penso molto perché il Goblin mi ha appena offerto un'occasione su un vassoio d'argento. Cominciamo a tirarci calci e pugni ma nessuno dei due ha la meglio sull'altro.
    Mi scaraventa via e io sbatto contro il muro di un palazzo. Se non fosse per i miei poteri da ragno a quest'ora mi sarei fatto un volo di circa cinquanta piani. Aderisco al muro, ma non riesco nemmeno a respirare che vedo una raffica di zucche che si dirigono alla velocità della luce verso di me. Sono zucche-pugnali. Schivo la prima rotolando. Mi fermo, ecco la seconda. Rotolo a destra. Poi a sinistra. Poi su. Poi giù. Ringrazio il mio senso di ragno e la mia capacità di aderire ai muri. E poi non vedo quella zucca-pugnale che è troppo vicina. Non riesco a bloccarla, ma solo a deviare la sua rotta leggermente. Sento il fianco bruciare. Guardo giù e vedo la mia tuta lacerata e la ferita. Afferro il pugnale e lo estraggo da me. Gemo a denti stretti.
    E poi il mio secondo nome. E poi la sua voce. Gwen Stacy è sotto e io so che non è una cosa buona. Voglio urlare di scappare, ma farei capire al Goblin che la conosco. Ma lui ci arriva prima di me.
    Guarda me, poi lei.
    No..
    Guarda lei, poi me. E poi scatta.
    No! Scappa Gwen!
    Io mi lancio verso il Goblin ma è troppo tardi. Gwen scappa, lui la afferra e la porta via. È un inseguimento pazzo. Sento le mie urla. Le urla di goduria del Goblin. Le urla spaventate di Gwen. Devo farcela, la devo salvare. Adesso sono al ponte di Brooklyn e io cerco di essere il più veloce possibile. Rido su quei enormi cavi che tengono retto il ponte. Arrivo su una piattaforma e vedo il Goblin volare via.. senza Gwen. Guardo verso il basso e il mio cuore smette di battere.
    Gwen!
    Il mio braccio scatta verso di lei e sparo una ragnatela.
    Devo farcela.
    Devo.
     
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  6. MrsMonteith.
     
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    Il tempo sembra rallentare. Mi sembra di volare insieme al Green Goblin da ore, mentre invece è passato meno di un minuto. Sento Peter urlare il mio nome e venire nella nostra direzione. Lui mi salveà, ne sono certa. Mi agito tra le sue braccia e comicio ad urlare. Ho paura, tanta paura. Peter fa di tutto per avvicinarsi, ma è ancora lontano, forse anche troppo. Vedo il ponte di Brooklyn sotto di noi.
    Lasciami andare!
    Grido dandogli delle gomitate. E non mi sarei mai aspettata che lui prendesse le mie parole alla lettera. "Okay" mi risponde sghignazzando, ed io capisco cosa sta per fare, cosa accadrà a me. La sua presa si allenta ed il mio corpo cade verso il basso. L'aria mi punge tutto il corpo, una lacrima sgorga dai miei occhi. Guardo davanti a me e lo vedo. Punta la mano verso di me e vedo una sua ragnatela venirmi in contro. Alzo le braccia verso di lui sebbene sia lontano. La sua ragnatela sotto i miei occhi sembra assumere le sembianze di una mano che si protende verso di me. Un calore da cui non potrò più farmi avvolgere. Io e Peter non abbiamo chiarito. Non posso andarmene così. Devo abbracciarlo, toccarlo, baciarlo e dirgli che lo amo almeno un'altra volta.
    Quanto lo amo. Voglio ringraziarlo, ma so che non potrò più farlo. Non ho abbastanza tempo.
    Sono felice di aver vissuto in un mondo in cui sei tu.
    L'amore rende coraggiosi e talvolta sciocchi. Pensavamo di avere un numero illimitato di giorni da vivere insieme, e invece sta succedendo molto prima di quanto entrambi potessimo immaginare.
    La sua ragnatela mi si attacca al petto, ma l'ultima cosa che riesco a sentire non è quella, bensì qualcosa di freddo fermare la mia caduta.
    Poi buio e silenzio.
    Buonanotte New York.
    Buonanotte Peter.


     
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  7. S p i d e y .
     
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    Vedo il suo cappotto azzurro svolazzare come i suoi capelli biondi. Le sue braccia sono protese verso di me, come se volesse abbracciarmi. L'abbraccerò tra un po', le dirò che mi è mancata e che la amo da morire. Le dirò che mi trasferirò in Inghilterra con lei se è necessario. Andrà tutto bene, Peter, la stai per salvare.
    La mia ragnatela sta scattando verso di lei e sembra che la sua caduta non finisca mai, invece sta per finire. La ragnatela l'afferra e io mi sento sollevato.
    Gwen!
    Sto sorridendo, sotto la mia maschera.
    Gwen! Ti tiro su.
    Nessuna risposta. Mi preoccupo ma poi mi ricordo che quando cadi non hai ossigeno, così suppongo che Gwen non riesca a parlare di suo. Non si muove mentre la tiro su, ma suppongo sia la paura. Adesso la ho tra le mie braccia, mi levo la maschera.
    Hey Gwen.
    Nessuna risposta. I suoi occhi sono chiusi e non si aprono. Ripeto il suo nome, niente. Sento che il tempo sta rallentando, che New York si sta addormentando.. come Gwen. I miei occhi bruciano, ma perché? Perché sto lacrimando? Ripeto il suo nome ma non ricevo risposta di nessun genere.
    Rivedo Gwen da piccola, Gwen alle medie, Gwen al liceo. Rivedo un angelo al quale ho dedicato tutti gli anni della mia vita, le ho dedicato le mie lettere e le mie foto. La rivedo abbracciarmi, sorridere, baciarmi.
    Ma nella realtà non vedo questo: vedo la donna che amo inerte.
    Il mio cuore sta battendo? La vita sta continuando?
    Respira.
    È un affermazione la mia, o un'imperativo? Le lacrime non vogliono saperne di smettere di scendere.
    Solo adesso riesco ad elaborare il corpo. I miei "no" sono prima dei sussurri, poi degli urli.
    No, ti prego Gwen. Svegliati. Gwen.
    Sto urlando, forse. I rumori intorno a me sono ovattati.
    Mi levo i guanti e le accarezzo il volto. Le mie lacrime cascano sul suo viso. La bacio, ma non riesco a sentire la pressione delle sue labbra contro le mie.
    Ti prego.. non ce la faccio senza di te.
    La sto supplicando di svegliarsi, ma lei non si sveglia. Perché non è morta, è solo addormentata. Svenuta. Ma il suo cuore non batte.
    Una goccia di sangue le parte dal naso e le riga la guancia.
    Il mio "no" adesso è un urlo disperato che rivolgo al cielo mentre cullo Gwen tra le mie braccia. Quella piccola bambola di porcellana così fragile.
    Gwen non c'è più, e insieme a lei se n'è andato anche Peter Parker.
     
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6 replies since 19/5/2014, 01:40   58 views
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