Casa Parker.

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  1. S p i d e y .
     
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    Io e Gwen eravamo usciti per un gelato, poi ci siamo lasciati e ci siamo rimessi insieme pochi minuti dopo. Il modo in cui ci completiamo l'uno con l'altra ci rende inseparabili, non potremmo mai lasciarci. Abbiamo volteggiato sulle mie ragnatele da Brooklyn fino al Queens, ma la mancanza di grattacieli nel mio quartiere ci costringe a continuare a piedi. O meglio, io vado a piedi mentre la tengo in braccio.
    Il freddo polare nebulizza l'aria che esce dalle nostre bocche mentre parliamo, ma non sento freddo perché lei mi trasmette calore.
    Eccoci qui.
    Dopo qualche minuto mi ritrovo a percorrere il vialetto del giardino, salgo i due gradini del soppalco. La gente normale a questo punto poserebbe la propria ragazza per terra, ma io continuo a tenerla su con un braccio mentre con l'altro cerco le chiavi di casa. Le trovo ed apro la porta. Faccio scorrere verso l'alto l'interruttore e l'intera casa viene illuminata. Dentro c'è profumo di pulito, zia May avrà pulito ogni singolo centimetro quadrato della casa.
    Dopo aver chiuso la porta prendo di nuovo Gwen in braccio e la porto di sopra. Apro la porta della mia camera e.. disastro. Libri per terra, letto sfatto, computer acceso, armadio in disordine.. piccole cose che fanno di me Peter Parker.
    La poso sul letto e mi levo la giacca quando noto una cosa.
    Gwen! I tuoi piedi stanno sanguinando.
    L'istinto di protezione che ho verso di lei è come quello che una madre ha per un figlio. Lancio i libri a terra, la prendo ancora una volta in braccio e la porto in bagno.
    La faccio sedere sul bordo della vasca, le levo le calze a rete insanguinate e faccio scorrere l'acqua. Aspetto che si riempia un po' la vasca prima di chiudere l'acqua.
    Facendo attenzione a non farle male le prendo un piede e comincio a levare i sassolini e i piccoli pezzi di vetro. Dopo che ho lavorato per bene mi alzo.
    Aspetta, vado a prendere un asciugamano.
    Quando torno è ancora lì, le prendo un piede e comincio a strofinarlo con l'asciugamano. Non posso fare a meno di guardarla.
     
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  2. MrsMonteith.
     
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    Quando Peter spara una ragnatela e comincia a lanciarsi da un grattacielo all'altro mi aggrappo a lui, costretta dal vento pungente a chiudere gli occhi.
    In poco tempo arriviamo a casa sua, e lui non mi posa fino a quando non entriamo nella sua camera e mi poggia sul letto.
    Amo la sua stanza. E' così Peter Parker.
    Sorrido al pensiero. Il casino a terra, sul letto e sul tavolo non mi disturba nemmeno un po'.
    E' tutto tranquillo fino al momento in cui Peter nota i miei piedi feriti.
    No, non è nulla. Mi bruciano appena.
    Gli sorrido cercando di farmi credere, ma ovviamente, lui fa di testa sua. Mi prende nuovamente in braccio e mi porta in bagno, facendomi sedere sul bordo della vasca. I miei piedi bruciano a contatto con l'acqua bollente.
    Ma dopo qualche secondo il dolore si allevia e comincio a dondolare i piedi. Si sta prendendo cura di me, ancora.
    Sento le mie guance arrossire e abbasso automaticamente il volto. Comincia a staccarmi frammenti di vetro e sassolini dai miei piedi e si scontrano con il fondo della vasca.
    Prima che io possa dire altro, lui si alza e va a prendere un asciugamano.
    E' incredibile come riesca sempre a farmi sentire una fragile bambina.
    Dopo meno di un minuto torna e comincia ad asciugarmi con delicatezza prima un piede poi l'altro. Mentre lo fa mi guarda, ed io non mi sentivo così nervosa in sua presenza da parecchio tempo.
    C'è qualcosa di diverso nell'aria. Tra di noi.
    Questo litigio ha reso la nostra relazione più forte, e so che anche lui lo sa.
    Non ce n'era bisogno, sto bene.
    Sorrido e faccio scivolare via i piedi. Non sono mai stata molto alta, perciò i miei piedi non riescono a toccare il pavimento.
    Le mie mani sono poggiate sul bordo della vasca, le sue adesso abbandonate dinnanzia lui.
    Ci siamo solo io e lui.
    C'è un qualcosa che invece mancava la prima volta che ci siamo baciati, che invece mancava tutte le altre volte che abbiamo provato ad avere rapporti sessuali.
    Poggio la mia guancia sulla mia spalla e resto per qualche istante ad osservarlo, restituendogli quindi lo sguardo.
    Entrambi abbiamo ancora la giacca, entrambi siamo accaldati.
    No, questo non è dovuto alle giacche.
    Avvicino di qualche centimetro il mio volto al suo, poi mi fermo. Mi lascio reggere con una sola mano, mentre l'altra la poggio sulla sua guancia, accarezzandogliela con un dito. Poi abbasso la mano e lo afferro per il cappuccio della giacca. Lo tiro verso di me.
    Le mie labbra trovano le sue, e le mie gambe nude vengono percorse da un brivido.
    Nient'altro. Non faccio nient'altro.
    Incrocio le braccia dietro al suo collo e sollevo le mie gambe verso di lui.
    Forse in questo momento non ne ha voglia, quindi decido di non spingermi oltre.
    Sarà lui a darmi l'okay. Io voglio soltanto stare più unita a lui di quanto non lo fossi stata prima d'ora.
    Io voglio Peter.
     
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  3. S p i d e y .
     
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    Più la guardo e più mi rendo conto di quanto sono innamorato di lei. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano sento che mille emozioni combattono dentro di me, ogni volta è come la prima volta. I suoi occhi verdi ormai sono un libro aperto per me e so che anche lei prova quello che provo io.
    Una parte di me ancora ha paura di starle vicino, di metterla in pericolo. Ma in questo momento è così piccola che nemmeno le do tanta importanza, perché adesso siamo solo noi due. Soli.
    Continuo ad accarezzarle i piedi con l'asciugamano e non mi sento soddisfatto del mio lavoro fino a quando i suoi piedi non sono completamente asciutti.
    Bene, così dovrebbe andare meglio.
    Mi viene da sorridere, perché è bassa e non tocca terra con i piedi. È così piccola e fragile, ma forte e determinata al contempo. Nonostante la lite, adesso siamo più uniti di prima. Sono assolutamente sicuro che sia servito a farci capire ad entrambi quanto in realtà ci amiamo e quanto abbiamo bisogno l'uno del l'altra.
    Avvicina il suo volto e non mi bacia. Resto lì ad aspettare, i nostri respiri che si uniscono. Le labbra mi tremano come se fosse il nostro primo bacio, ma ripeto: con lei ogni volta è la prima volta.
    Poi mi getta le braccia intorno al collo, le gambe si alzano verso di me e le nostre labbra si toccano. Ci metto due secondi a trovare la sua lingua e a farla intrecciare con la mia. Le mie braccia si chiudono intorno alla sua schiena e la spingono contro di me. I nostri corpi uniti emanano calore.
    Capisco cosa voglio fare, cosa vuole fare. Le mie mani le afferrano le cosce e mi alzo. Inizialmente perdo l'equilibro, ma lo riacquisto subito. Ridiamo entrambi mentre ci baciamo.
    La porto nella mia camera e la poggio adagio sul mio letto. Entrambi ci leviamo la giacca senza staccarci gli occhi di dosso. Salgo sul letto a gattoni verso di lei e la bacio di nuovo. Un bacio passionale, senza rivali.
    Questa volta spero di non aver frainteso come la prima volta.
    Le mie mani si fissano sui suoi fianchi e scivolano sotto la maglietta. Gliela sfilo delicatamente e la getto per terra. Le mie labbra si sentono sole, così le unisco di nuovo con quelle di Gwen.
    Forse sta per accadere e lo spero, perché mai come ora ho bisogno di lei.
     
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  4. MrsMonteith.
     
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    Come ogni madre fa il discorso alla propria figlia, ma madre l'ha fatto a me. Ricordo ancora quanto fu imbarazzante, ma a dir la verità mi è stato utile. Mi disse di non avere fretta di dare tutto alla prima cotta e nei primi giorni. 'Siate graduali e quando sentirete che è arrivato il momento... Bèh, Gwendolyn, lo capirai da sola.'
    Voglio farlo. Voglio farlo davvero. Capisce le mie intenzioni e mi alza per le cosce, riportandomi in camera sua e risistemandomi sul suo letto. Entrambi ci sfiliamo la giacca, e subito dopo lui prende posto vicino a me. Si rifionda su di me come un magnete e mi bacia, le sue mani che partono dai fianchi infilandosi dentro alla mia maglietta, sfilandomela. Mi maledico per aver scelto quel completino intimo. Non è nulla di provocante o sexy; un semplice completino color avorio con dei ricami. L'aria accarezza la mia schiena, il mio petto ed io prendo subito in mano la situazione. Gli faccio alzare le braccia e gli sfilo a mia volta la maglietta, che cade sopra alla mia, per terra. Adesso che è a petto nudo faccio toccare i nostri corpi, e subito mi lascio scappare uno sbuffo di piacere per quel calore. Mi stacco dalle sue labbra e un filo di saliva mi scivola sulla coscia. Mi alzo in ginocchio e facendo qualche manovra brusca riesco a sfilarmi la gonna, e anche questa viene lanciata per terra insieme al resto. Gli unici indumenti che ho addosso sono il reggiseno e le mutandine, ma non voglio toglierle. Voglio che sia lui a farlo. Avvicino le mie mani al cavallo dei suoi pantaloni, vicino al suo membro. Poi salgo di qualche centimetro e gli tolgo la cintura e glieli sfilo. Rimane in boxer. Le mie labbra gridano dalla disperazione per il lungo periodo di distanza dalle sue. Gli prendo il mento con due dita e strofino lentamente la mia lingua sulle sue labbra. Il mio sguardo si poggia su di lui ed io comincio a divampare.
    Ti amo Peter.
    Ho davvero bisogno di dirglielo. Mi stendo sul suo letto tenendo la sua mano premuta sul mio fianco e lo attiro a me, sopra di me.
    Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata.
    Forse rovino l'atmosfera intervenendo con queste parole così ovvie, ma se c'è un motivo per il quale io e Peter siamo una coppia speciale, questo è che noi prendiamo molto in considerazione anche le piccole cose.
     
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  5. S p i d e y .
     
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    Ricordo ancora quando zia May mi fece quella domanda: mi chiese se io e Gwen avessimo già fatto. Dovetti aspettare qualche secondo prima di decifrare il suo messaggio. È stato molto imbarazzante, ma in un modo o nell'altro voleva farmi quel discorso che avrebbe dovuto farmi zio Ben. Mi pento di averla fermata, perché adesso non so se quello che farò sarà la cosa giusta. C'è solo una persona che in questo momento può guidarmi, e questa persona è Gwen.
    Riesco a percepire le palpitazioni dei nostri cuori, riesco a percepire ogni minima cellula del nostro corpo che urla dall'eccitazione. Dopo averle sfilato la maglietta si mette in ginocchio e si leva anche la gonna. Mi blocco per qualche istante ad osservarla e non mi sento un pervertito a pensare che è dannatamente sexy. Le nostre labbra si incontrano di nuovo, poi lei mi sfila la maglietta. Questa volta non ho nessuna ferita che segna il mio petto. Le sue mani si allungano verso di me, verso di lui, poi si alzano e mi aiuta a sfilarmi i pantaloni.
    Ci ritroviamo solo con l'intimo addosso a baciarci. Le nostre labbra si toccano, le nostre lingue si intrecciano. Siamo sdraiati, io sopra di lei e sento la pressione del mio membro sulla sua pelle.
    Solo uno strato ci separa dalla completa unione carnale. Siamo pronti entrambi, lo vogliamo entrambi.
    Ma nonostante ogni mia cellula voglia possedere Gwen, non voglio correre. Voglio prima farle provare un altro tipo di piacere.
    Non ho bisogno di nessun tipo di discorso da sentire per questa cosa. L'ho già fatta e le è piaciuta.
    Le mie labbra si staccano dalle sue ma continuo a baciarla per tutta la mascella, poi sul collo, l'incavo della spalla. Le mie mani accarezzano la sua pelle a partire dai fianchi fino ad arrivare al gancio del reggiseno. Ci metto due secondi a levarglielo. Adesso una mia mano le accarezza i capelli, una mano gioca con i suoi capezzoli mentre la mia bocca non riesce a stare staccata da quella di Gwen.
    Ti amo anche io Gwen.
    Le dico mentre le nostre labbra si toccano.
    Ti amo da impazzire.
    Ed è vero, la amo da impazzire. Sono pazzo di lei e non mi vergogno a dirlo. Lei è mia, e tra poco saremo una cosa sola.
     
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  6. MrsMonteith.
     
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    Venti minuti fa, mentre vagavo senza alcuna meta con il volto segnato dalle lacrime non avrei mai immaginato che la serata sarebbe potuta finire così. Le sue labbra mi baciano la bocca, la mascella, il collo. Il mio bacino si alza automaticamente per un istante. Ogni cosa che fa me la sento scendere fin sotto. Sento battere dentro di me, e non è il cuore il colpevole. Siamo due fuochi appena accesi che non hanno neppure iniziato a bruciare. Le sue mani arrivano dietro alla mia schiena e mi slaccia il reggiseno, diventato ormai un esperto in materia. Inutile dire dove va a finire questo.
    I miei capelli vengono scompigliate dalle sue dolci carezze, i miei capezzoli invece tormentati da queste. I miei occhi tremolano, indecisi se rimanere aperti o socchiusi. Per quanto vorrei muovermi ed esplorare con le mani e con le labbra il suo corpo, sono costretta a rimandare. Le sue braccia infatti mi bloccano il passaggio. Le mie labbra si staccano dalle sue e si strofinano sulla sua guancia, sul suo orecchio. Afferro il lobo del suo orecchio tra i denti e comincio a mordicchiarlo senza usare forza. Le mie gambe nel frattempo s'incrociano dietro al suo bacino e si strusciano contro le sue, poi faccio fare lo stesso ai nostri piedi.
    Sentirlo pronunciare quelle parole mi riscalda anima e corpo. Non sarò mai stufa di sentirmele dire.
    Ogni volta che sto con Peter mi sento nuda, ma quando lo sono per davvero, sotto di lui, non posso che sentirmi in imbarazzo e sotto esame. Voglio soddisfalo in ogni cosa, non m'importa come. Ma sono umana, ed ho paura di commettere un errore e di rovinare tutto. Poggio una mano sulla sua schiena e gliela faccio scivolare fin sopra ai boxer, facendoci percorrere sopra un dito e poi finalmente entrandovi. Le mie unghie passano sopra le sue natiche, e subito dopo una mano si appoggia su una di queste senza più muovermi. Non so se è una cosa che si fa. E' la prima esperienza per entrambi, e spero che lui non si aspetti troppo da me.
     
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  7. S p i d e y .
     
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    Ancora una volta che sento tutte quelle vibrazioni che si propagano per tutto il corpo, anche se si concentrano lì sotto. Sono un po' imbarazzato, ma so che è una cosa normale e non devo permettere al mio imbarazzo di essere un ostacolo. Non adesso che stiamo per farlo. Come la prima volta, anche adesso i nostri corpi sono due fuochi ardenti di passione e amore. Solo che questa volta c'è qualcosa, qualcosa di più che non riesco a spiegare.
    Mi morde il lobo dell'orecchio e la cosa mi eccita tantissimo, ma è in contrasto quando le sue unghie si conficcano sulla mia natica. Non è il massimo, ma mi piace e glielo lascio fare. Riesco sentire i nostri respiri già accaldati. Adesso mi metto in ginocchio, lei sopra di me. La faccio piegare la schiena all'indietro e la mia bocca si fa strada per tutto il suo corpo. Bocca, mascella, collo, incavo tra i due seni.
    Adesso la poso di nuovo sul letto e io mi metto sopra di lei tenendomi sulle ginocchia. Le mie labbra sfiorano la sua fronte e la sua tempia mentre la mia mano scivola sul suo petto, supera i seni e arriva al bordo delle sue mutandine. Le mie dita giocherellano con il bordo delle sue mutandine, poi entrano. La mano scivola ancora più giù fino a trovare ciò cosa stava cercando, lei. Inizio a massaggiarla esteriormente con due dita, non ho proprio idea di come si faccia ma ci provo. L'altra volta mi ha dato un piacere grande quanto il cielo, questa volta tocca a me. Riprendo a baciarla mentre una mano gioca con la sua intimità e una con il suo seno.
    È tutto perfetto. Perfetto ed eccitante.
     
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  8. MrsMonteith.
     
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    Come immaginavo, non dovevo poggiare la mano sulle sue natiche. Spero solo che non gli abbia dato tanto fastidio. Si alza in ginocchio e mi porta senza alcuno sforzo sopra di lui. Mi costringe ad inarcare la schiena, ed io sono felice di averlo fatto. Subito dopo le sue labbra scivolano sul mio corpo e mi sento bollire. In tutto questo le mie mani sono risalite fino alle sue spalle per non perdere l'equilibrio. Le sue labbra non sono umane. Lui non è umano. Poco dopo mi fa ristendere sul letto e la sua mano scivola sul mio petto. Tornerà sui seni, penso, ma invece li supera, e devo aspettare qualche secondo prima di riuscire a deluglutire. So dove è diretto. Sì, sono eccitata, ma ho anche un po' paura. Questa però scompare quando le sue labbra si posano sulla mia tempia. E' come se avesse percepito il mio nervosismo e fosse riuscito a cancellarlo. Lui riesce sempre a capirmi, sempre. Le sue dita giocano con il bordo delle mutandine e poi vi entrano, scendendo, fermandosi lì davanti. Non appena le dita la sfiorano le mie gambe si serrano d'impulso e proprio non riesco a trattenermi dal gemergli contro le labbra che sono poggiate sulle mie. Le sue dita scivolano in mezzo a quello stagno. Mi era capitato anche la prima volta che stavamo per farlo, ma non così tanto. Non posso non percepire quella sensazione d'umido dentro di me. E' lui ad avere il comando. Lui si muove, io mi muovo. Lui solleva la mano, io sollevo il bacino. Lui va in cerca della mia lingua, io vado alla ricerca della sua.

     
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  9. S p i d e y .
     
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    È come ballare un tango, credo. Io mi muovo e lei si muove con me. L'eccitazione fa sì che ogni nostro movimento abbia una reazione, così quando la mia mano si infila dentro le sue mutandine lei alza il bacino e mi rende tutto più facile. È umido e bagnato, ma sorprendentemente caldo. Non so bene cosa fare quindi inizialmente mi sono limitato ad accarezzarla esteriormente. Poi un mio dito entra dove non dovrebbe entrare per stimolarle il clitoride. È calda, straordinariamente calda. Ho voglia di fare di più, ma ancora non è arrivato il mio momento.
    I miei denti le mordono il labbro inferiore e lo tirano un po', poi continuo a baciarla. Il nostro ripetuto intrecciarsi di lingue ci fanno sbavare un po', ma sinceramente non m'importa. Continua a gemere mentre lavoro, quindi suppongo di star facendo tutto nel modo giusto.
    Il mio dito continua a lavorare dentro di lei e io mi sento al settimo cielo. Ancora una volta mi stacco dalla sua bocca e comincio a baciarle il collo: amo il suo collo. La mia lingua esplora il suo perimetro fino ad arrivare al mento, dove la bacio poco sotto le labbra.
    Solo Dio sa quanto in questo momento la voglio. Ogni secondo sempre di più.
     
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  10. MrsMonteith.
     
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    La sua mano non si accontenta e varca le labbra della mia femminilità e mi sfiora il clitoride. E' come se fossi stata colpita da una scarica elettrica, per lo scatto che faccio. Prego affinché continui con questo movimento. Come se non bastasse, comincia a strofinare la lingua sul mio collo, ed io porto automaticamente la testa all'indietro.
    Vuole forse farmi impazzire?
    La goduria è tale che non riesco a tenere i miei occhi ben aperti. Un braccio è incatenato a letto e stringe forte nel pugno il lenzuolo, l'altra mano va alla ricerca di quella libera di Peter e gliela stringe.
    Poi la sua lingua sale ancora e torna fino al mio mento.
    Quanto vorrei fargli provare quello che sto provando io in questo momento.
    Vorrei staccarmi e cominciare a fare qualcosa per lui, ma non ci riesco. Il movimento del suo dito mi provoca troppo piacere. Incrocio un'altra volta le mie gambe dietro al suo bacino così da rendergli più facile e comodo il compito. Abbasso le mie labbra fino al suo collo e gli do dei lievi morsetti, lasciandogli qua e là un'arrossatura.
    Talvolta avvicino maggiormente il mio bacino al suo, come per confermargli la mia decisione, per fargli capire che non ho cambiato idea.
    E come potrei mai farlo... Se ogni volta è questo quello che si prova, penso che non potrò più stare da sola con lui.
    Dovrebbero attaccargli un cartello addosso; Peter Parker, attenzione. Crea dipendenza.
    Io non sono stata avvertita in tempo.
     
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  11. S p i d e y .
     
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    Sì, è decisamente come ballare un tango. I movimenti del mio dito dentro di lei cambiano in base ai suoi gemiti: a volte so di farle male quindi cerco di essere il più cauto possibile. Il problema è che non ci riesco, tutto questo è troppo eccitante per un ragazzo della mia età.
    Continuo a baciarla intorno alle labbra, il mio dito si muove dentro di lei. Lei alza ancora il bacino e aggancia le sue gambe intorno al mio bacino. Con la mano libera le accarezzo una sua coscia.
    Tutto del suo corpo mi fa impazzire: la sua pelle, le sue curve, tutto.
    Più penso a lei in quel modo e più cresce la voglia di possederla, ma sono sicuro che entrambi vogliamo ancora fare prima di passare al sodo.
    La adagio sul letto lascio che il mio dito esca dalla sua femminilità. Comincio a baciare ogni parte del suo corpo: la bocca, il mento, il collo, i suoi seni, lo stomaco e poi ancora più giù. Sono sicuro di volerlo fare? È esagerato? No, non lo è.
    Faccio uscire la mia lingua che si adagia su tutto il perimetro della sua femminilità.
    Sono pazzo? Forse. Pazzo di lei.
     
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  12. MrsMonteith.
     
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    Mi sembra impossibile poter fare queste cose con il ragazzo che amo. Stiamo per condividere uno dei momenti più importanti della nostra vita, insieme. Precedentemente avevo alzato il busto verso di lui, ma ora lui mi ripoggia sul letto e lascia scivolare via il dito. Sento immediatamente la necessità di stringere forte le gambe.
    Dio, che imbarazzo.
    Con le labbra mi sfiora il mento, il collo, il petto, fino ad arrivare lì e trattengo il respiro. L'umido entra in contatto con l'umido. Ma questo è un umido più caldo, più familiare; la sua saliva. Resto una ventina di secondi bella e buona a godermi questa sensazione incredibile. Ma poi, recuperando tutta la forza che riesco a raccogliere mi metto seduta allontanandola quindi dal suo volto. Se l'ho fatto perché mi dava fastidio? Assolutamente no! Il contrario; stava per succedere, e non volevo succedesse così, con dentro la lingua. Ho paura che fraintenda, così premo il mio corpo contro il suo, facendolo stendere dalla parte contraria del letto e mi ci stendo sopra, strusciando il mio busto contro il mio. Do dei piccoli baci sul suo petto, poi scendo, fermandomi davanti ai boxer.
    Ho paura.
    Lui fino ad adesso è stato così bravo, così capace di soddisfarmi. E se invece io mi dimostro una buona a nulla?
    Caccio via il pensiero e infilo due dita all'interno dei suoi boxer, abbassandoglieli fino alle ginocchia.
    Arrossisco violentemente per quello che mi trovo d'avanti. All'inizio non so cosa fare, come muovermi. Ma poi mi butto, tentando di svuotare la mente. Prima le mie labbra sfiorano il suo glande, poi si aprano e avanzo di qualche centimetro con la testa, chiudendo la bocca.
    Non so se prima bisogna fare qualcosa o se andare direttamente a prenderlo. -Se mia madre mi leggesse nella mente...-
    Vorrei sprofondare dall'imbarazzo e mi pento per non aver fatto delle ricerche in precedenza.
    Le mie mani si poggiano sui suoi fianchi, e talvolta gli circondanano il bacino. Non so cos'altro fare se non alzare e abbassare il volto, avanti e indietro, e passare la lingua attorno alla sua virilità.
     
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  13. S p i d e y .
     
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    Nonostante io sia solo in boxer, ho caldo. Mentre la mia lingua esplora la sua umida femminilità le mie mani accarezzano le sue cosce con i polpastrelli. Lei non si oppone, almeno non subito. Mi piace vederla in questo stato, credo. L'eccitazione non mi sta facendo capire niente.
    Assumo un'aria interrogativa quando allontana la sua femminilità dalla mia faccia. Comincio a pensare che la cosa non le piaceva, che non lo stavo facendo nel modo giusto. Poi capisco cosa vuole fare, adesso lei vuole lavorare su di me. Ricordo ogni sensazione che ho provato quando l'ha fatto la prima volta, quando la sua mano giocava con la mia virilità. Il mio corpo non smette di emettere vibrazioni.
    Ma questa volta è diverso. Mi fa stendere con la testa dalla parte dei piedi del letto, poi la sua testa scende e mi leva i boxer. Inizialmente ho paura, ma questa sparisce quando le sue labbra sfiorano la parte superiore della mia virilità. Quando comincia a fare avanti e indietro con la testa, mi sento in paradiso. Come io con lei, anche adesso il mio umido si unisce alla sua saliva. Non riesco a smettere di gemere. Alzo un po' il busto e mentre lavora le accarezzo i capelli. Non so come ci riesco, perché ogni piccola parte di me è rilassata.
    Sto cercando più volte di ripetere il suo nome, ma appena apro bocca mi scappa un gemito.
    Mi sento in paradiso, o forse ci sono. No, sono in inferno. Questa è la parte in cui mi sento un peccatore, ma mi piace esserlo. Non riesco a pensare a niente, solo alla sua bocca che lavora su di me mentre io non smetto di accarezzarle i capelli.

    Edited by S p i d e y . - 17/5/2014, 15:11
     
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  14. MrsMonteith.
     
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    Il suo gemere risponde alla mia domanda non espressa -Gli starà piacendo?- e mi fa capire che vuole che continui. E infatti le mie labbra non si muovono. O meglio, sì.
    Deglutire non mi riesce facile, quindi qualche volta allontano di poco la testa, ricoprendo solo la parte superiore del suo membro per poi riprendere a muovermi. Prima piano, poi aumentando la velocità. Non ricorro assolutamente all'uso dei denti. Forse questa è una cosa che si comincerà a fare più avanti, oppure mai, ma comunque durante il sesso. Ma noi non stiamo facendo sesso. Lo sento da me, lo sento da lui. Il nostro obbiettivo non è godere, ma far godere l'altro. Arrivare al culmine del piacere insieme. So che lo pensa anche lui, perché lo sento irrigidirsi e capisco che adesso si sta trattenendo, che sta per venire ma non vuole mettere fine a tutto questo. Vuole far venire anche me. Poi la sua mano si poggia sulla mia testa con una dolcezza infinita. Invece di spingerla verso la sua virilità, mi accarezza i capelli. Il suo gesto provoca comunque una leggera pressione sulla mia testa, ma diversamente dall'altra cosa, questa è piacevole. Dolcemente piacevole.
    Una mia mano scivola fin sotto al mio volto e sfiora i suoi testicoli, accarezzandoglieli. Poi comincia a stuzzicarli, dietro e sotto ma senza fare molta pressione. Lubrifico un'ultima volta il suo membro con la mia saliva e mi stacco da esso, riemergendo. Il mio seno, il mio corpo scivola sul suo petto imperlato dal sudore e finalmente la mia lingua può entrare un'altra volta nelle sue labbra. Solo quando incontro la sua lingua capisco quanto mi era mancata.
    La sua virilità è premuta contro di lei ed emetto l'ennesimo gemito della serata.
    Non riesco a pensare a cosa potrebbe piacergli farsi fare da me, perché in questo momento riesco a capire solamente cosa voglio io. Ma in realtà entrambi lo vogliamo. Ora più che mai.
     
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  15. S p i d e y .
     
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    Sento di essere arrivato quasi al culmine, lo sento dalle vibrazioni del mio corpo. I miei muscoli s'irrigidiscono da soli e io sono costretto a mordermi il labbro inferiore per evitare di urlare dal piacere. È incredibile quello che sto provando adesso, mentre lei è ancora attaccata a me e mentre la mia mano le sposta ciocche di capelli dietro le orecchie.
    Poi si stacca, il suo corpo scivola sul mio. Sento la pressione dei suoi seni sul miei pettorali, la pressione delle sue labbra contro le mie mentre le nostre lingue ci cercano, ma sento di più la pressione delle nostre intimità in contatto. Manca poco, davvero poco.
    Mentre ci baciamo le mie mani non riescono a stare ferme. Dai fianchi salgono su per la schiena, le accarezzo il collo e poi le prendo il viso con le mani. Alzo di più la mia testa per assaporare ogni singolo centimetro delle sue labbra.
    Ti amo.
    Un sussurro che trapela dalle nostre labbra unite che mi esce dal cuore.
    E poi sento che è arrivato il momento di fare quello che vogliamo entrambi fare. Ho paura, paura di farle male, paura di non soddisfarla. Ma ormai il gioco è fatto.
    Mentre ci baciamo mi sfilo del tutto i boxer e li lancio per terra. Adesso sono completamente nudo, spoglio come un albero in autunno. Delicatamente la giro e adesso sono io sopra di lei, a cavalcioni. Le sfilo le mutande e mi ritrovo costretto ad aprirle le gambe che lei tiene serrate. Ovviamente, sono il più delicato possibile. La mia mano le accarezza le cosce, poi il mio bacino si avvicina. Devo afferrare la mia virilità e poggiarla sulla sua femminilità.
    Ci siamo quasi.
    Spingo un po', solo un pezzo della parte superiore del mio membro entra e già sento avvampare dentro di me il calore di mille soli. Un'altra leggera spinta e tutto il glande è dentro.
    Ci siamo. La guardo negli occhi.
    Spingo completamente il bacino fino a quando i miei testicoli non sbattono sulla parte inferiore della femminilità. Gemo, perché mi piace. Mi piego su di lei e la bacio, mentre il mio bacino si ritira dolcemente per poi spingere di nuovo.
    È fatta. Adesso io e Gwen siamo una cosa sola.
     
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